Due parole con Damien McFly
Damien McFly, classe 1989, è il nome d’arte di Damiano Ferrari, veneto di nascita ma cittadino del mondo per scelta. Inizia la sua carriera solista nel 2013 mantenendo il nome del suo precedente gruppo, i McFly brothers, e in brevissimo tempo sforna quattro raccolte di cover riarrangiate in chiave folk che gli permettono di attirare su di sé l’interesse di un vasto pubblico in continuo aumento.
Il 2015 vede l’uscita del suo primo album di inediti: Parallel Mirrors. Affianca a questa prolifica produzione in studio un’intensa attività sui palchi di mezzo mondo: dal Belgio all’Olanda, dalla Germania all’Irlanda, fino alla tournée negli USA dove vince il premio International Songwriting competition nella categoria Adult Album Alternative al festival di Nashville con il suo pezzo Can’t Reply.
Ci racconta che il suo obiettivo rimane sempre quello di suonare davanti ad un pubblico: “Il live più appagante è quello in cui ti trovi a suonare con la band sul palco di un festival, c’è più adrenalina, il teatro invece ha più emozione, colpisce più in profondità, la bellezza dell’unplugged trova invece il suo centro nell’intimità che riesci a sviluppare con il pubblico”.
Un genere indie-folk il suo, ispirato dalle sonorità dei Mumford and Sons e di The Lumineers, passando per Bon Iver, che partendo da una base inglese si arricchisce delle influenze musicali con cui è entrato in contatto durante i suoi viaggi, creando una commistione con elementi mediterranei.
in Soffitta ci racconta come l’ispirazione iniziale avviene spesso durante il viaggio, “in mezzo a posti a volte fantastici ti metti a scrivere, hai tutto il tempo che ti serve, solo alla fine si porta tutto in studio e si sistema nell’arco in genere di una sola giornata. A volte capita però che i pezzi più belli arrivino quando ti metti a cantare, semplicemente, così ad esempio per Underneath my Skin, che ho portato inSoffitta e ho composto a casa”.
Damien ritiene che la musica sia ormai talmente radicata nella sua vita da non sentire più il bisogno di chiedersene il perché, semplicemente la vede come un qualcosa di terapeutico: “Scrivere la musica per raccontare come le cose stanno davvero ti aiuta a capire la realtà e le decisioni da prendere”. E quando si arriva a parlare della situazione odierna della musica in Italia, la descrive così: “Ci troviamo in una fase di rinascita musicale, si sta creando molta comunità. C’è posto per tutti nel mercato musicale, ognuno dovrebbe sentirsi libero di andare ad un concerto di chi lo emoziona, tutti devono essere liberi di ascoltare quello che piace, purtroppo oggi troppo spesso, in particolare i giovani, si sentono costretti ad ascoltare solo un certo genere, e spesso quel genere è imposto dai talent“.
Foto di Damien McFly
Underneath my skin
Feel the love
Underneath my skin
Feel the love
Underneath my skin
When does your heart know
If your hope is gone
When does your heart know
If your hope is gone
And I know
I know that is true
That I’m craving you
And I know
I know that is true
That I’m craving you
Feel the love
Underneath my skin
Feel the love
Underneath my skin
When does your mind know
You can let it go
When does your mind know
You can let it go
And I know
I know that is true
That I’m craving you
And I know
I know that is true
That I’m craving you
Feel the love
Underneath my skin
Underneath my skin
Underneath my skin
Underneath my skin