Due parole con Matteo Polonara e il Mataara Trio
Matteo Polonara è un cantautore di Ancona. Il fil rouge che collega tutta la sua produzione musicale è il ruolo che la poesia ricopre nei suoi testi sia da solista sia, come in questo caso, quando accompagnato dalle sonorità jazz/fusion del Mataara Trio, tutti presenti in questa nuova sessione di InSoffitta. Matteo infatti si definisce innanzitutto un poeta, ne è un esempio il brano che presenta in Soffitta: Nella Vasca o Nel Giardino di Fianco?. Uscito a marzo 2019, questo brano che dà anche il titolo al disco, è il suo “manifesto personale”, e Matteo lo descrive come “il suo lavoro più complesso”.
I testi delle canzoni di Polonara si caratterizzano per essere principalmente autobiografici e per l’abbondante uso di metafore nello spiegare i concetti. Il testo di Nella Vasca o Nel Giardino di Fianco? non fa eccezione rimandando all’idea del ragazzo introverso che lancia uno sguardo sul mondo che lo circonda: “La vasca da bagno rappresenta l’intimità, il giardino di fianco invece significa guardare oltre, più in là del tuo confine, significa andare oltre a qualsiasi paura e insicurezza, a quello che non si conosce. L’ispirazione è arrivata mentre camminavo fra le strade bolognesi, e rappresenta tutta una serie di scene quotidiane di disagio ma nelle quali mi rivedo”. Matteo vorrebbe che nelle immagini evocate ognuno potesse identificarsi in qualche modo.
Nel 2016 Matteo Polonara affianca alla sua carriera solista una collaborazione con i Mataara Trio, anche loro di Ancona. Una collaborazione che nasce quasi per caso, ma che li porta ad incidere ad aprile 2016 Tutti su di Me, una demo che sancisce definitivamente il loro sodalizio e che li porterà a vincere diversi contest e premi nazionali. I Mataara Trio cercano sempre il loro stile e la loro essenza, definendo essi stessi il loro stile come “un graffio acustico”. E nonostante alcuni dei suoi componenti provengano dall’esperienza del conservatorio, cercano di non “snaturarsi” o elaborare brani che siano troppo da “compitino”.
Matteo Polonara e Mataara Trio sono concordi nel dire che ad oggi c’è una piaga sociale, ed è quella di aver trasformato la musica in un’esperienza passiva, portando l’attenzione dalla qualità alla quantità, annichilendo il livello culturale. Una critica rivolta alle major, alle etichette e ai talent, ma anche allo stesso deficit di attenzione delle nuove generazioni (difetto che ammettono colpisce loro in primis), per le quali l’enorme quantità di materiale fruibile online ha fatto sì che “tutti sappiano un po’ di tutto, ma nessuno sappia bene niente”. Una mancanza di approfondimento quindi, di cui il mercato si è accorto benissimo, spingendo gli artisti ad incidere brani dalla durata sempre più contenuta, per rientrare nel tempo di attenzione del normale fruitore YouTube e piattaforme consimili e finalizzati ad un ascolto passivo. “Ad oggi il valore artistico viene mascherato dall’immagine, vende più quella della musica in sé”.
Ognuno deve poter trovare il proprio modo di scoprire le cose, un’eccessiva quantità di nozioni a volte può produrre degli enormi deficit di concentrazione al punto che, superata la soglia di attenzione minima si abbandona tutto e si procede oltre.
“Per valorizzare bene i brani li devi approfondire, ascoltare e riascoltare. L’importante non è dover avere una direzione, ma trovare la propria scelta, essere liberi di approfondire.”
Per quanto riguarda le esibizioni live, l’offerta lavorativa, soprattutto nelle Marche dopo i tragici eventi del dicembre 2018, ha subito una drastica flessione: “Molti locali hanno chiuso, la burocrazia ha sommerso ogni aspetto, ed è quasi impossibile trovare un locale per artisti emergenti. Anche i gestori dei locali si sono trovati davanti delle dinamiche assurde.”
In conclusione: “Ad oggi, più che mai, la musica è un compromesso, il talento non basta, si richiedono sempre più competenze tecniche specifiche. Ma è un attimo diventare ossessionati da questo aspetto, bisogna sempre cercare, davanti ad ogni compromesso, di mantenere la propria identità”.
Foto di Matteo Polonara e Mataara Trio Foto di Giuliana Brigante
Nella Vasca o Nel Giardino di Fianco?
Case di flanella
Vestono l’inverno
Fiorista tra foreste oscure
Supereroi da campetto
Fingono di essere eroinomani
Si bucano di gloria
Si iniettano zucchero a velo
Per essere un po’ più dolci
Più felici
Si masturbano in biblioteca
Tra impermeabili volanti
Sui jeans della studentessa ignara di fronte
Che lancia urli
Nemmeno una scimmia
Questa vita è degna di un film
Di Danny Boyle come Acid House
Perdo le chiavi
Perdo i vestiti
Perdo il fumo
Perdo la testa
Non mi ricordo più dove ho messo la macchina
Sta notte resto fuori
Dormo giù in piazza
Sui colli o sulla spiaggia
Tra una tavolozza di colori
E una tovaglia
Come coperta
Provo a dipingere la notte
Per renderla più sicura
Per non essere seguito domani
Nella via di casa
Svicolando tra i portici
E le belle arti
Non sentire più voci nella testa
Respiri di ansie
Alle sei del mattino
Compiute le missioni
Buonanotte
Passo e chiudo
Spengo la ricetrasmittente
Tra tutti i problemi del mondo
Certamente più importanti le rivolte
All’entrata della biblioteca
Dove proprio fuori da essa
Un uomo sta morendo
Chiama l’ambulanza
Distorcimi il fegato con le mani
Perché tanto il cervello non c’è più
È andato nella vasca
Nella vasca o nel giardino di fianco?
Dove puoi trovare un velo di latta
E una piuma leggiadra di plastica
Con cui incidere parole
Sulle cavità del muro di casa sua
Prima di dargli fuoco
Prima di darmi fuoco
Vorrei far saltar il mondo
Prima su un piede
Poi sull’altro
Roteare su se stesso
Fino a perdere il senso
Solo per scoprire
All’esterno
Cosa c’è