Due parole con gli East Sunset
Gli East Sunset nascono tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, nella zona del mestrino-trevigiano. Li caratterizza un elevato numero di componenti e di strumenti che si sono andati aggiungendo man mano fino a raggiungere l’attuale formazione di sette membri.
Inizialmente il loro riferimento musicale sono i Mumford & Sons e la loro esperienza live inizia come una classica cover band. Tuttavia da subito iniziano a strutturare parallelamente canzoni originali, raggiungendo un notevole numero di brani in scaletta. Un repertorio caratterizzato da un’eterogeneità musicale: benché infatti gli East Sunset si definiscano appartenenti al genere folk, si tratta di un inquadramento approssimativo, dovuto alla presenza di quei determinati strumenti appartenenti al folklore musicale irlandese o al country statunitense. Non ritengono infatti di essere vincolati dagli standard del genere e, anzi, amano operare una commistione fra i diversi stili o semplicemente alternarli.
Una caratteristica non scontata degli East Sunset è l’utilizzo nei loro testi della lingua italiana: pensano infatti che, nonostante l’inglese sia il modo più facile per distaccarsi da quello che si sta cantando, l’italiano porti ad instaurare un contatto più diretto con il pubblico. Oltre ad essere un elemento di originalità in un mare di band che cantano in lingua inglese. Originale è senza dubbio anche la scelta del cantante: non una ma ben quattro voci si uniscono sul palco, senza che vi sia la designazione di un cantante per così dire principale.
Eretiche visioni il loro primo EP (autoprodotto) vede la luce nel 2017, e al suo interno si susseguono brani incentrati sulle diverse figure storiche e sulle tematiche di Dio, della razionalità e dell’etica senza prendere posizioni ideologiche ma invitando semplicemente l’ascoltatore alla riflessione.
A breve distanza esce un altro lavoro, un secondo EP di sei brani, che rappresenta un’evoluzione: sia per l’ingresso della batteria, sia per la maturazione nella scrittura. In esso si alternano canzoni “pestate” ad altre ballabili, in una grande varietà di atmosfere musicali.
Grande attenzione riservano ai social: sono presenti su tutte le piattaforme e curano molto le loro pagine dando modo di creare un collegamento fra loro e il pubblico.
Il live poi gioca un ruolo importante per gli East Sunset. Oltre ad essere una palestra per maturare un’esperienza più reale, contrapposta a quella dello studio di registrazione, permette di creare un dialogo con chi li ascolta. Un aspetto interessante delle loro esibizioni dal vivo è che, dato il gran numero di componenti, spesso l’esibizione avviene in formazione ridotta a seconda delle disponibilità. Si va così a creare un’intercambiabilità che loro stessi per primi apprezzano e una diversificazione negli spettacoli che propongono.
Parlando degli aspiranti musicisti, gli East Sunset ritengono che molti ragionino nell’ottica di affermarsi andando a copiare i generi di tendenza. Loro invece preferiscono seguire una visione più artistica, senza voler apparire originali ad ogni costo, vorrebbero semplicemente essere ascoltati restando in un’ottica lontana dai generi facili da vendere e dal pubblico “che volta le spalle il giorno dopo”. Anche se il loro genere è meno sotto i riflettori tuttavia: “Il pubblico folk è come il pubblico metal, non sono moltissimi, ma una volta che ti trovano non ti lasciano più; è un pubblico fedele e mirato, dal quale fa molto piacere essere seguiti“.
Ovviamente cercano di trasmettere la loro musica a più pubblico possibile, ma non nell’ottica dell’industria musicale: nel loro approccio c’è un intento quasi rivoluzionario. Punto debole nella diffusione di questi generi è sicuramente la mancanza di una “cultura dell’ascolto”, in Italia si seguono molto le mode e non c’è molto interesse ad ascoltare il live. Per incentivare questa cultura dell’ascolto e la musica emergente, dicono, bisognerebbe incominciare con una seria educazione musicale nelle scuole fatta da professori seri e con strumenti che vadano oltre il classico flauto dolce. Incentivando economicamente le scuole musicali ed aumentando o rendendo più accessibili i corsi come quelli di canto, più rari. Non gli si può dare torto nemmeno quando sostengono la necessità di snellire la burocrazia dietro all’organizzazione degli eventi. Dalle autorizzazioni da rilasciare per i bar ai permessi per i busker: “La burocrazia va ad affossare i piccoli artisti e a glorificare i big SIAE”.
Foto degli East Sunset Foto di Giuliana Brigante
Il Sentiero delle Rose
Torni a casa la mattina dalla tua condanna
E ricordi di quei giorni in cui le rose coloravano il sentiero
L’abitudine davvero ha cancellato tutto ciò che c’era stato?
Vuoi restare o vuoi scappare dalla tua menzogna?
Sogni persi tra i calzini e le cravatte nel cassetto
Quella musica distante ormai non la senti più
C’è chi gioca con la sorte, chi si sente ancora vero
E tu, uomo di rispetto, tieni stretta la tua certezza
Vai, vai, vai e non voltar le spalle
Vai lo sai che il mondo non ritorna indietro
Il treno non aspetta la tua ora se l’hai perso
La strada ha un solo verso, è quello che hai segnato adesso
Torno a casa la mattina e mi consolo tra i suoi occhi
E nel profumo che riverbera quei giorni trovo pace
Vivo solo tra i ricordi e i miei progetti nel futuro
Sono fiochi e affievoliti nell’abbaglio di un “farò”
E in un attimo ritrovo quell’audacia di un ragazzo
Quella molla che ti scatta per la testa in un istante
Che ti sembra d’esser stato assente un secolo e in un momento
Si è riacceso quel bagliore che nell’uomo di rispetto s’era spento
Vai, vai, vai e non voltar le spalle
Vai lo sai che il mondo non ritorna indietro
Il treno non aspetta la tua ora se l’hai perso
La strada ha un solo verso, è quello che hai segnato adesso
Sai che puoi, cosa aspetti prendi e corri allora
Non aver paura! Ma ho già fatto la mia scelta
e nonostante io cercassi l’avventura
Son rimasto nel passato, ho tardato la mia ora